“Vederti in rallenty quando scendi dal treno. Coi personaggi dei film di Wes Anderson: idiosincratici, più simpatici di me.”
ICani Wes Anderson
Per gustare al meglio questo pezzo, fate partire sul vostro Spotify o Apple Music la canzone Wes Anderson de ICani e tenetela in sottofondo durante la lettura: i sospiri sognanti sono assicurati e dosi massicce di presobenismo arriveranno dritte in vena!
“Sì, tutti vorremmo vivere in un film di Wes Anderson…”
Perché? Ci sono moltissime ragioni, ma noi rispondiamo per i COLORI!
Quando leggiamo o sentiamo il titolo di un suo film una delle prime cose che ci viene in mente è una tonalità di colore. Se vi è capitato di vedere una sua opera (se non lo avete fatto, male! Potete recuperare subito!) vi risulterà facile associare un colore di riferimento ad ognuna delle sue pellicole.
Il motivo? Il regista texano comincia sempre le sue produzioni avendo in testa una palette cromatica ben definita.
Da Rushmore a The Grand Budapest Hotel, passando per I Tenenbaum con cui ha trovato la consacrazione, ogni inquadratura di Wes Anderson, simmetrica e studiata in ogni sua parte, appare come un quadro: si può dire che i suoi film siano composti da una sequenza di dipinti curatissimi, dettagliati all’estremo, ognuno dotato di una sua tavolozza colori ben precisa.
Questo gioco di contrasto o di affinità tra i toni utilizzati rende subito riconoscibili le sue pellicole e insieme alle indicazioni visive, come le luci, la disposizione degli oggetti, la posizione delle persone nella scena, conferiscono un carattere unico ed inimitabile all’opera di Anderson.
Il colore è da lui utilizzato anche per ritrarre lo stato d’animo dei suoi personaggi. Ecco una lista con alcuni esempi di colori simbolici usati nei film di Wes Anderson:
il colore Rosso: è utilizzato dagli uomini, spesso padri problematici, per comunicare supremazia. L’esempio più lampante è la tuta Adidas rossa che Ben Stiller, alias Chas Tenenbaum, indossa e fa indossare ai suoi figli nel film The Royal Tenenbaums.
il colore Rosa: accompagnamento cromatico in The Gran Budapest Hotel, trasmette l’idea di eleganza in tutte le sue tonalità, dalle più chiare alle più decise.
il Giallo: il filtro ocra che contraddistingue la pellicola Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore, è scelto per comunicare la felicità e l’ottimismo, emozioni che si animano nei cuori dei due protagonisti.
Vuoi vedere tutte le palette complete? Le trovi sul profilo Tumblr Wes Anderson Palettes.
Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore, Scena della spiaggia in cui si notano il filtro ocra applicato e la simmetria delle scene.
Sulla scia di autori quali Trouffaut o i fratelli Coen, unisce temi seri a quelli umoristici. I suoi personaggi fanno parte della borghesia classica: precoci e immaturi ma mai veramente cattivi.
“E i cattivi non sono cattivi davvero. E anche i buoni non sono buoni davvero…proprio come me e te”
Oltre all’estrema attenzione ai colori, il suo genio sta anche nella capacità di toccare argomenti magari non innovativi ma senza mai farli scadere nel banale, mischiandoli con scenografie brillanti in cui recitano attori famosi dai tratti grotteschi ripresi, come dicevamo, in inquadrature perfettamente simmetriche con colonne sonore composte da pezzi cult scelti ad hoc per ogni scena: tutti elementi che ci svelano fin da subito che dietro la macchina da presa c’è Wes.
Margot (Gwyneth Paltrow) in una famosa scena del film Premio Oscar I Tenenbaum del 2001.
Un altro aspetto caratteristico dei film dell’inimitabile regista sono le sceneggiature e, nello specifico, i finali: non c’è mai un vero e proprio lieto fine, ma nemmeno una conclusione del tutto drammatica. Come la vita, come l’amore, in cui non tutto è sempre perfetto come sembra, allo stesso modo i sui film lasciano un retrogusto indefinito, dolce amaro a seconda dei punti di vista.
“Vorrei l’amore dei film di Wes Anderson, tutto tenerezza e finali agrodolci…”
Una sensazione che conoscono bene i suoi fan quando escono dalle sale cinematografiche dopo la prima di un suo nuovo progetto: felicissimi per quanto appena visto, dopo tanta attesa, ma un po’ tristi perchè già sanno che passerà altro tempo prima di vedere un altro capolavoro del loro idolo.
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