Stereotipi vs realtà: le serie tv che parlano di noi

Esistono da anni serie TV che parlano di medici, pompieri, avvocati, cuochi e chi più ne ha più ne metta. Ottimi spunti per imparare a conoscere mestieri lontani dai noi e che ci hanno sempre incuriosito, o perché no, avvicinare qualche giovane mente a professioni che non aveva mai considerato.

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Seguendo questo trend, negli ultimi anni sono aumentate serie tv ambientate in agenzie di marketing e comunicazione, discepole della famosissima Mad Man (2007-2015), ambientata nella New York degli anni ’60.

Alcune sono molto fedeli a quelle che sono le dinamiche lavorative, altre più romanzate, altre ancora decisamente troppo poco veritiere.
Tra quelle meritevoli di menzione abbiamo sicuramente The Bold Type, una sorta di versione digitale e seriale del Diavolo Veste Prada e The Crazy Ones, sitcom con protagonista il compianto Robin Williams, ma anche la commedia What Women Want, spaccato perfetto per comprendere l’importanza dello studio del target di riferimento.

In questo articolo però il confronto sarà un vero e proprio testa testa tra due prodotti recenti che secondo noi rappresentano esattamente i poli opposti tra finzione e realtà.

Mi riferisco a Emily in Paris e Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget.

Su internet e nella vita di tutti i giorni, abbiamo letto e sentito molti commenti sul fatto che Emily di Emily in Paris faccia il lavoro migliore del mondo, quello a cui aspirare e che si sogna. Peccato che il lavoro di Emily non esista. O meglio, il suo lavoro nella realtà lo fanno 4 o 5 persone.

Ma andiamo con ordine.
Emily è una ragazza di Chicago che si trasferisce per lavoro a Parigi, con una missione importante: esportare il punto di vista americano alla società di marketing francese Savoir, che la sua azienda ha appena acquisito.
Quale sia il suo effettivo ruolo? Dopo quattro stagioni nessuno l’ha ancora capito.
Lei in agenzia fa qualsiasi cosa: copy, digital strategist, social media manager, digital pr, event planner e potremmo andare avanti.
I brief? Inesistenti. Si incontrano i clienti, si presentano due slide minimal fatte probabilmente con power point e puntualmente, durante queste riunioni, a Emily viene in mente l’idea del secolo, chiaramente senza nessuno tipo di calcolo di budget o rapporto di fattibilità.

Ci pensa due secondi e via, il cliente si innamora.

Nessun piano editoriale o ombra di strategia, niente attese per le approvazioni, campagne da budget altissimi pensate davanti ad una baguette.

Certo, voi potreste dire che essendo una serie tv non deve essere perfettamente realistica, ed è vero, esiste la sospensione dell’incredulità e tutte le giustificazioni del caso, ma è anche vero che stupisce meno un mago che fa incantesimi in un film piuttosto che una stagista che vive in un appartamento da 35k annui a Parigi.

La serie tv che invece consigliamo per capire quelle che sono le dinamiche più o meno comuni del nostro lavoro è sicuramente Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget, che già dal titolo rende meglio l’idea della realtà raccontata magistralmente dai The Jackal.

Intanto partiamo dal presupposto che in questo caso viene effettivamente mostrata un’agenzia, con le diverse figure che dentro ci lavorano, con tutti i pro e contro del caso.
Non sempre si trovano davanti clienti premium, ma a volte devono rapportarsi anche con “brand provinciali sfigati e piccoli influencer tragicomici”, come cita proprio la sinossi della serie.

Deadline impossibili, progetti ambiziosi con budget irrisori, difficoltà di comunicazione con i clienti e una vita social in costante evoluzione.

Quello che possiamo dire noi è che la verità sta sempre nel mezzo.
È vero anche che per fare dei lavori belli e soddisfacenti non è così importante il cliente finale, quanto il processo creativo e strategico e le competenze dell’agenzia stessa.

Lavoro di squadra che si traduce in progetti di cui andare fieri, che siano questi grandi o piccoli. Traguardi professionali che non sono necessariamente la ricerca del virale sui social o il contatto con influencer strapagati.

Questa è la complessa, ma bella, vita in un’agenzia.